Quando sudare produce energia
ecco la casa che si illumina da sola
Basta il calore del corpo umano per accendere la luce e riscaldare l'acqua. Così funziona l'abitazione "passiva" inaugurata nel Parmense. La prima casa autosufficiente in Italia a venire monitorata per far sapere a tutti quanto si risparmia. Già abitata, diventerà un rifugio per i minori in difficoltà
"Tra un anno vedremo se raccontiamo balle oppure no" dice senza giri di parole Fabio Fabbro, presidente della fondazione che gestisce l'edificio di Santa Lucia. Fabbro ha presentato il progetto nel 2005, scontrandosi con la diffidenza degli enti locali. Poi dopo cinque anni - e più di un milione e mezzo di euro raccolti tra fondi regionali, banche locali, donazioni di associazioni e privati - è partito con i lavori. Quattordici mesi e la casa era pronta. Già abitata da due famiglie, diventerà un centro aperto dove spiegare l'autosufficienza energetica a studenti e visitatori, oltre ad accogliere bambini provenienti da famiglie disagiate.
COME FUNZIONA - Il principio di una casa passiva è semplice. Tutte le forme di energia che si manifestano al suo interno vengono riconvertite per far funzionare l'impianto elettrico, e compiere operazioni fondamentali come accendere la luce, scaldare l'acqua e alimentare le piastre a induzione della cucina.
Per far questo, la casa passiva è isolata dall'esterno con la sua struttura in legno a più densità e i tripli vetri. Porte e finestre vanno sempre chiuse. Nessuna sensazione di claustrofobia, però, assicurano le famiglie che ci abitano dai primi di settembre. L'aria viziata, infatti, è la fonte principale d'alimentazione. Un misto di calore corporeo, sudore e carica degli elettrodomestici che viene aspirato da una serie di piccole grate e condotto in un impianto chiamato scambiatore Vmc (ventilazione meccanica controllata), il quale trattiene l'energia dell'aria rimandandola nell'abitazione attraverso altre bocchette. In inverno la riscalda, in estate la deumidifica. Un ciclo continuo che mantiene la temperatura costante, evita gli sbalzi termici e annulla gli sprechi.
Di termosifoni, neanche l'ombra. Ci pensano gli inquilini a scaldare casa. Se una persona che guarda la tv sviluppa una potenza calorica di 100 watt all'ora solo stando seduta, ne bastano due pigre per far funzionare l'impianto, che ne consuma al massimo 200. Se invece si compie un'attività fisica, il calore emesso è maggiore, e viene raccolto dall'abitazione passiva che poi lo gira sull'impianto elettrico. Sudare per credere.
Immancabili sul tetto una serie di pannelli fotovoltaici. Altro trucchetto per risparmiare energia: le pareti delle stanze sono dipinte con gradazioni diverse di colore: più scuro nelle pareti esposte alla luce, più chiaro in quelle in ombra. Inoltre tutte le zone giorno sono rivolte a sud. E così il più delle volte gli interruttori vengono lasciati in pace.
L'IMPEGNO SOCIALE - Da anni impegnato nell'inserimento sociale dei minori, Fabbro ha destinato l'abitazione passiva di Santa Lucia alla tutela dei bambini disagiati. Le due famiglie che vivono nella nuova struttura si prenderanno cura dei piccoli mandati in affido dai servizi sociali del territorio. Venticinque posti letto, di cui cinque per i casi d'emergenza. Angelo, due mesi, è appena arrivato. Il primo di cui occuparsi nella casa che fa tutto da sé. Un altro piccolo corpo per produrre energia.
(27 settembre 2011)

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